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Smart City: cosa ci vuole per costruire una città intelligente

Smart City: cosa ci vuole per costruire una città intelligente

Tutti vogliamo vivere in una smart city. Ma cos’è che fa diventare una città intelligenteLa trasformazione di una città in una smart city è un processo complesso perché richiede una profonda innovazione delle infrastrutture, del modo di vivere delle persone, della riqualificazione del territorio, della progettazione di spazi urbani, dell’economia e delle istituzioni; soprattutto, richiede un ripensamento delle politiche per dar vita a una comunità in grado di vivere e competere nel mondo globalizzato.

Dentro questo orizzonte, oggi si muovono molteplici attori, come le multinazionali, le università, i centri di ricerca, le piccole e medie imprese; all’interno di questo contesto le istituzioni pubbliche, soprattutto locali, possono svolgere un ruolo fondamentale di facilitazione, connessione e coordinamento. Una città intelligente è un comune che utilizza le tecnologie dell’informazione e della comunicazione per aumentare l’efficienza operativa, condividere le informazioni con il pubblico e migliorare sia la qualità dei servizi pubblici che il benessere dei cittadini.

La missione generale di una città intelligente è ottimizzare le funzioni della città e guidare la crescita economica, migliorando al tempo stesso la qualità della vita dei suoi cittadini utilizzando la tecnologia intelligente e l’analisi dei dati. Tendenze emergenti come l’automazione, l’apprendimento automatico e l’internet of things, stanno guidando l’adozione delle smart city. Un classico esempio è il parchimetro intelligente che utilizza un’app per aiutare i conducenti a trovare spazi di parcheggio disponibili senza un prolungato cerchio di isolati affollati. Il contatore intelligente consente anche il pagamento digitale, quindi non vi è alcun rischio di venire a corto di monete per il contatore.

Nonostante questi progressi, troppi di noi escono di casa e sono immediatamente immersi in esperienze primitive durante la navigazione nelle nostre città. Il tuo tragitto giornaliero è un esempio. Il tempo perso dalla congestione del traffico e dai ritardi dei treni, porta molti di noi a chiedersi perché l’innovazione non ha reso più facile la navigazione nelle nostre città? Con l’esistenza di dispositivi IoT, lampadine a LED con sensori e telecamere di sorveglianza dal vivo, perché queste risorse non vengono utilizzate per ottimizzare il trasporto pubblico? Perché le nostre città non sono intelligenti come le nostre case? Ci sono quattro barriere chiave che impediscono alle nostre città di diventare più intelligenti:

  1. Mancanza di infrastrutture per supportare progetti intelligenti a livello cittadino
  2. Le città hanno difficoltà a distribuire la tecnologia in modo efficiente
  3. Mancanza di risorse per finanziare la tecnologia intelligente
  4. Allineamento limitato o visibilità a progetti intelligenti tra comuni

L’aggiornamento delle infrastrutture a livello cittadino richiede investimenti in tecnologie energeticamente efficienti e ecologiche e Internet a banda larga. Oltre a identificare i bisogni infrastrutturali, le città devono impiegare esperti per supervisionare la pianificazione e l’esecuzione di progetti tecnologici a livello di città poiché sono complessi e spesso richiedono risorse pubbliche e private. Definire gli obiettivi e le metriche e consentire alle città a livello nazionale di sfruttare questa intelligenza collettiva aumenterebbe la visibilità di questi sforzi, informerebbe ulteriori investimenti ed eliminerebbe la duplicazione di programmi inefficaci.

L’era delle smart city è già iniziata, ma la vera rivoluzione digitale iper-connessa è solo all’inizio. Dalla gestione ottimizzata delle risorse all’amministrazione intelligente e autonoma dei sistemi hi-tech, ci sono novità in arrivo su cui siamo pronti a scommettere. Come ci immaginiamo le nostre città tra una quindicina d’anni? Partendo dall’edilizia, tutti gli edifici potranno essere gestiti a distanza e avranno sistemi automatici e intelligenti per ridurre i consumi e prevenire incidenti come fughe di gas e incendi. I nuovi edifici, si auspica, saranno non solo antisismici, ma anche in grado di garantire sicurezza in caso di alluvioni ed eventi meteorologici estremi.

All’interno delle città si affermeranno nuovi modelli per la produzione di cibo: l’agricoltura urbana includerà serre sui tetti degli edifici, giardini verticali, fattorie automatizzate, orti all’interno di scuole e aziende, progetti di coltivazione collaborativa e – in prospettiva – sistemi domestici per produrre in casa i propri ortaggi in maniera intensiva o aziende agricole sotterranee. Sistemi di coltivazione che sfrutteranno non solo l’illuminazione naturale, ma anche quella artificiale a Led. Fuori casa, negli spazi aperti, si cercherà invece di favorire le aree verdi, restituendo alla natura tutto lo spazio possibile e ottenendo benefici anche a livello estetico. La coesistenza tra elementi naturali e hi-tech nelle aree pubbliche sarà uno degli elementi chiave, permettendo ai cittadini di godere dei parchi e delle aree sportive all’aperto anche durante le ore notturne.

L’evoluzione delle città riguarderà anche gli impianti energetici. Oltre agli incentivi sulle fonti rinnovabili, l’innovazione interesserà le reti elettriche, con la creazione di griglie su scala locale che gestiranno sia l’energia elettrica sia i sistemi di riscaldamento. Si tratta delle cosiddette smart grid, in grado di ottimizzare i consumi generando energia in base alla domanda. Sul tema dei rifiuti si diffonderanno cassonetti intelligenti, capaci di monitorare il livello di riempimento e comunicarlo a un gestore centralizzato.

Se parliamo di infrastrutture e trasporti, un’altra tendenza è quella degli spostamenti sempre più spesso a piedi o in bicicletta, sia durante il giorno sia nelle ore notturne grazie anche ad arredi urbani di nuova generazione. A tutto ciò si assocerà una tendenza iper-locale, ossia la diffusione di hubvicini alle abitazioni in cui si possa lavorare, acquistare cibo e trovare tutto ciò di cui si ha bisogno, senza la necessità di compiere faticosi e costosi spostamenti. Per le trasferte più lunghe, in parallelo all’ingresso nel mercato dei veicoli a guida autonoma, che potranno muoversi interagendo con gli altri veicoli o con altri oggetti fissi come i lampioni – ci sarà anche una progressiva evoluzione dai motori tradizionali basati sui combustibili fossili verso i motori elettrici.

Insomma è fondamentale che ci sia lo sviluppo costante di tutte le telecomunicazioni digitali. Senza l’impegno di tutti i cittadini è impossibile parlare di una smart city. Tuttavia, si tratta di un impegno che si trasforma in benessere molto velocemente, migliorando la qualità di vita di tutti i cittadini. Di smart city parlano ormai in parecchi. Si utilizza questo concetto per illustrare nuove strategie di sviluppo urbanistico, finalizzate a migliorare l’architettura, la mobilità e le infrastrutture delle metropoli. Tuttavia, anche se l’idea di smart city si fonda sull’impiego di tecnologie moderne, la “città intelligente” è molto più di una “città digitale”. Una metropoli si considera “smart” quando gestisce in modo innovativo le sue risorse economiche e ambientali, le politiche abitative e i trasporti, le relazioni tra le persone e i metodi di amministrazione.