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Tecnologia: usiamo il telefono per evitare di stare con noi stessi

Tecnologia: usiamo il telefono per evitare di stare con noi stessi

È facile lasciare che le nostre vite siano consumate dai cellulari. Oggi usiamo i telefoni per tutto e spesso finiamo per sentirci schiavi della tecnologia. Fortunatamente, esistono molti metodi per ridurre l’uso del cellulare. Vincere la dipendenza da smartphone si può. Mettilo da parte per alcune ore e limitati a usarlo come sveglia. Se hai dei bambini o dei figli adolescenti, imponi regole chiare sull’utilizzo di questo dispositivo. E’ possibile recuperare un rapporto più sano con il nostro cellulare. Certo la smartphone fobia è una faccenda seria. Abbiamo case più grandi e famiglie più piccole, abbiamo più medicine, ma meno benessere, conosciamo i segreti delle web star ma non conosciamo il nostro vicino di casa. 

“Possiamo ottenere molte informazioni dai nostri telefoni, ma questa risorsa ha un effetto collaterale dannoso: consultiamo il telefono anziché noi stessi”, dice Alain de Botton. “Dovremmo passare più tempo con le nostre preoccupazioni, per capirle e non limitarci a subire l’ansia che creano in noi”. Alain de Botton è uno scrittore, filosofo e conduttore televisivo. Ha fondato “The school of life”. Si occupa di cultura e storia del pensiero sottolineando il loro valore per la vita quotidiana. Ma sarebbe sbagliato puntare il dito solo sui giovanissimi. Pensateci, quand’è l’ultima volta che avete lasciato lo smartphone a casa e siete usciti senza? Non ve lo ricordate, vero? Lui, il vostro inseparabile cellulare, vi segue ovunque.

Non avere uno smartphone nel 2018 è come trovarsi a una festa dove sono tutti ubriachi tranne te, è come iscriversi a una lezione di balli latinoamericani ed essere l’unica fuori tempo. I movimenti del tuo corpo e la scelta della tua comunicazione scorrono su un canale diverso, su un binario morto. L’utilizzo degli smartphones inizia da bambini per emulazione, vedendo i propri genitori ossessionati dal telefono, antagonista potentissimo capace di rubar loro la scena. Gli smartphone entrano nell’interazione delle persone e ne modificano il pensiero, riducono la visione del mondo impoveriscono l’eloquio e la qualità stessa delle relazioni. La più grossa menzogna della tecnologia – connettere le persone in tutto il mondo – non ha fatto altro che allontanarle.

Tutti i giorni vediamo persone per strada con la testa abbassata intente a fissare lo smartphone, senza preoccuparsi di guardare avanti per scansare la gente che cammina ed evitare di investirle. Addirittura quando si attraversa la strada, ferme al semaforo o in libreria. Siamo di fatto drogati da smartphone, vivendo in corpi con protesi digitali permanenti. Ma come facevamo fino a qualche anno fa? La memoria tende a rarefarsi. Che tempi quelli, quando non c’erano messaggistiche istantanee, notifiche di Facebook, tweet di ogni sorta, e anche i colleghi che ti inviavano messaggi di testo per situazioni estremamente urgenti si scusavano dell’abuso. E non era la preistoria, perché parliamo al massimo di tre o quattro anni fa.

Siamo dipendenti dai nostri smartphone, colpevoli del nostro insaziabile bisogno di tenere il passo con tutto ciò che sta accadendo intorno a noi. Siamo così drogati che ora usiamo i dispositivi in ogni momento e in tutte le stanze di casa compreso il bagno, durante la guida, al cinema. Gli smartphone sono una parte necessaria ed integrante della nostra vita quotidiana, ma usati come sveglia, telefono, iPod. Gli smartphone sono parassiti della nostra vita quotidiana, sembrano fondamentali, ma in realtà nascondono la libertà di ognuno di noi. E ‘ importante tagliare periodicamente il cordone, assaporando la libertà di essere scollegati e di sentire ciò che ci circonda, invece del suono monotono della suoneria. Insomma rinunciare al proprio smartphone per qualche ora si può, basta solo volerlo.