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La Cina è all’avanguardia sull’Intelligenza Artificiale, ecco perchè

La Cina è all’avanguardia sull’Intelligenza Artificiale, ecco perchè

La Cina è all’avanguardia nel settore dell’intelligenza artificiale rispetto a tutti gli altri paesi del mondo. Ecco quindi che tutti, Stati Uniti compresi, dovrebbero iniziare a prendere nota.

Nei primi anni 2000 la Cina era brava a copiare ma pessima nell’innovazione, ovvero produceva ma in maniera semplicemente sbagliata. Mentre molti erano concentrati sui bassi prezzi delle importazioni cinesi e su quei bizzarri giochi, tanto amati gadget e apparecchi orientali, la Cina, stava già costruendo un impero globale di intelligenza artificiale e seminando l’ecosistema tecnologico del futuro.

Investimenti e lungimiranza

L’intelligenza artificiale non è solo un’altra tendenza tecnologica. Entro un decennio, tutte le tecnologie, dal business quotidiano all’editing genomico, toccheranno in qualche modo l’AI. Oggi, la Cina è quindi pronta a diventare il suo indiscusso leader globale, e questo influenzerà ogni azienda del pianeta.

Sotto la guida del presidente Xi Jinping, la Cina ha fatto passi da gigante in molti campi, ma soprattutto nel settore delle imprese. Il governo puntando sull’ IA, ha sviluppato un piano radicale per rendere il paese il principale centro mondiale sull’innovazione dell’intelligenza artificiale entro il 2030 e sta già compiendo progressi significativi verso tale obiettivo. È improbabile che quel piano venga abrogato da un nuovo governo visti successi e lungimiranza.

Da questo marzo, la Cina ha infatti abolito i limiti del termine del Presidente Xi e gli permetterà effettivamente di rimanere al potere per tutta la vita.

Ciò conferisce al paese un incredibile vantaggio rispetto all’Occidente. Fornisce tre delle più grandi aziende cinesi: Baidu, Alibaba e Tencent. Collettivamente, sono conosciuti come i BAT e fanno tutti parte di quel piano di intelligenza artificiale altamente ben organizzato.

Questo perché le BAT sono ormai consolidate sia a Seattle che nei dintorni di San Francisco e stanno investendo in modo significativo nelle start-up statunitensi.
Ciò è interessante soprattutto per quelle startup, perché un accordo sulle BAT significa entrare nel lucroso mercato cinese, che altrimenti sarebbe impossibile da penetrare.

Sfondare il mercato cinese

Entrare nel mercato cinese è un sogno per qualsiasi attività commerciale. Ma è da tener presente che, nell’età dell’IA, le aziende che possono utilizzare tecniche di machine e deep learning per estrarre, perfezionare e realizzare prodotti dai dati raccolti da tutte le aree operative, dal servizio clienti alla produttività dei dipendenti, otterranno un grande vantaggio. L’accesso al mercato cinese per le startup americane ha però un prezzo molto alto: i loro dati aziendali. Con questo, e i dati provenienti da quasi 1,4 miliardi di cittadini cinesi, il BAT potrebbe presto comandare quella che è forse la nostra risorsa più preziosa – i Big DATA- senza le restrizioni di privacy e sicurezza comuni in gran parte del resto del mondo. In altre parole: se i dati sono il nuovo petrolio, la Cina è il nuovo OPEC. Presto sarà in grado di esercitare un’influenza tremenda sia nel commercio digitale globale, sia nei veicoli autonomi che in una rinnovata corsa allo spazio.

È vero anche che la Cina, di tanto in tanto, non è riuscita a realizzare investimenti altrettanto audaci (ad esempio, lo sviluppo della rete ferroviaria ad alta velocità ha avuto una storia di morte e catastrofi). Questo potrebbe essere il motivo per cui in occidente non si sono prese sul serio le startup, i ricercatori e le iniziative governative di IA cinesi come sarebbe stato opportuno. Infine i settori pubblico e privato di ogni paese dovrebbero coordinarsi nell’educare i leader sull’IA e riscrivere una politica che aiuti le aziende specializzate in IA a prosperare.