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Supply chain: lotta per il controllo del business delle spedizioni

Supply chain: lotta per il controllo del business delle spedizioni

Con l’uso sempre più intenso che i consumatori fanno delle piattaforme ecommerce per compiere i propri acquisti, e la richiesta di consegne sempre più rapide, e gratuite, i maggiori venditori online si stanno organizzando per portare a termine una disruption definitiva all’interno dell’industria della logistica e dei trasporti, grazie ad investimenti in nuove tecnologie che dovrebbero consentire la riduzione dei costi di distribuzione.
Al momento le più grandi compagnie di ecommerce dipendono infatti dal lavoro che i tradizionali operatori logistici svolgono ogni giorno per spostare enormi quantità di prodotti, lavoro che però presenta dei costi alti da sostenere e che giganti come Amazon o Walmart stanno cercando di contenere investendo su propri servizi in grado di soddisfare ugualmente le esigenze dei clienti.
Ecco dunque giustificati gli sforzi che Amazon sta facendo per la realizzazione di prodotti interni che possano garantire consegne efficienti senza dover passare dal lavoro di terzi. Sforzi che per ora hanno dato alla luce iniziative come quella di Prime Air per le consegne aeree e tramite l’uso di droni, o l’installazione di numerosi punti di ritiro, i famosi locker, dove il consumatore si reca personalmente nel luogo designato per ritirare il suo acquisto. Molti etailer stanno seguendo l’esempio di Amazon e hanno deciso di investire somme considerevoli sulla logistica per poter risparmiare in un futuro prossimo.

Il mercato delle spedizioni è un mercato complesso

Secondo Frank Appel, ceo di Deutsche Post, uno degli operatori logistici più grandi d’Europa che controlla DHL, i venditori come Amazon ma anche società come quella di Uber non hanno ben capito la complessità dell’industria e stanno sottovalutando il mercato e il lavoro che c’è dietro il processo di distribuzione.
“Il livello qualitativo da raggiungere per soddisfare il consumatore è davvero molto alto”, ha dichiarato Appel ai microfoni della CNBC durante un’intervista rilasciata nella cornice del World Economic Forum di Davos. “[Il settore] è sottovalutato perché il lavoro che viene svolto nella logistica non è del tutto visibile e quello che facciamo ogni notte con milioni di pacchi è del tutto sottostimato.” Il ceo di Deutsche Post sottolinea inoltre l’importanza del contributo umano: “Puoi chiamare Uber e avere una macchina, se quella non arriva ne chiami un’altra. Se invece un pacco si blocca durante il percorso di consegna, cosa farà il pacco? Questo non parla, non comunica. Ecco perché l’intervento umano è necessario.”
Per queste ragioni secondo Appel è inutile sentirsi troppo minacciati dalla disruption promossa dai vari etailer, allo stesso tempo però non bisogna cullarsi sul vantaggio di cui si gode. Ecco perché anche Deutsche Post sta collaudando i suoi servizi di consegna tramite droni e altre soluzioni utili a contrastare le intenzioni di Amazon e altri giganti del settore nel campo delle spedizioni.

Un possibile finale di partita

Secondo un recente report pubblicato da Business Insider i giochi finiranno col veder prevalere Amazon e compari. Gli autori del report sono infatti convinti che gli investimenti portati avanti dai grandi retailer online saranno sufficienti a gestire sempre più spedizioni in maniera autonoma riuscendo presto a concludere una vera e propria disruption nel settore.
Amazon ha già raggiunto notevoli risultati lungo tutta la catena di distribuzione per quanto riguarda le spedizioni. Ha lanciato il programma che prevede la consegna nello stesso giorno, gestendo il tutto con i suoi corrieri e tagliando così ogni costo derivato da collaborazioni con terzi. Oltre hai già citati locker e Prime Air, la compagnia ha poi inaugurato diverse rotte di spedizione che collegano la Cina con il Nord America. Walmart dal canto suo ha iniziato a noleggiare container per trasportare merce dalla Cina facendo un ampio uso di punti di ritiro e giocando molto sul ritiro in-store, in modo da risparmiare sui costi di consegna. Noleggio di container che anche Alibaba ha iniziato a sfruttare per il trasporto su nave dei prodotti venduti facilitando le spedizioni nella prima fase di distribuzione per tutti quei merchant esterni che lavorano col marketplace cinese.
Infine Business Insider sottolinea, a ragione, un importante aspetto. Investire su trasporti e sulla logistica non significa soltanto risparmiare sui costi derivati dalle operazioni fornite dai provider classici come Deutsche Post, UPS, FedEx, USPS ed altri, ma significa anche entrare in un mercato che al momento vale 2.1 trilioni di dollari secondo gli ultimi dati della Banca Mondiale, Boeing e Golden Valley Co.

Alibaba non è come Amazon

Quella proposta nel report di Business Insider è una possibile alternativa. Alternativa che però non potrebbe interessare proprio a tutti i principali player dell’ecommerce. Se infatti da una parte c’è un Jeff Bezos che punta allo “stato autarchico”, dall’altra c’è un Jack Ma che non la pensa proprio allo stesso modo.
Sempre ai microfoni della CNBC, durante il World Economic Forum, il fondatore di Alibaba ha voluto sottolineare le differenze che corrono tra il modello cinese e quello di Amazon. “La differenza tra noi e Amazon – ha spiegato Ma – è che Amazon si comporta come un impero, ogni cosa deve essere controllata da loro, comprata e venduta. La nostra filosofia è quella di diventare un ecosistema. La nostra filosofia è di rendere più forti le vendite di altri, di potenziare i servizi di altri, assicurarsi che altre persone siano più potenti di noi. Grazie alla nostra tecnologia e alle nostre innovazioni, i nostri partner, 10 milioni di piccoli venditori, possono competere con gente come Microsoft o IBM. La nostra filosofia è quella di usare la tecnologia di internet per rendere qualsiasi compagnia grande come Amazon.”
Assumere personale sufficiente in grado di coprire tutte le consegne che ogni giorno Alibaba deve affrontare, significa dover assumere 5 milioni di persone. “Come si fa ad assumere 5 milioni di persone?” si domanda Jack Ma. L’unica opzione è quella di rendere più forti i servizi di altre compagnie, delle compagnie logistiche: “Assicurarsi che queste siano efficienti. Assicurarsi che queste facciano i soldi. Assicurarsi che possano assumere più personale.” Questa la soluzione secondo l’imprenditore cinese, soluzione probabilmente giustificata anche dalle diversità intrinseche nella gestione della catena di distribuzione e produzione di Alibaba, di tipo orizzontale, che differenziano la compagnia da compagnie come Amazon che invece gestiscono l’intera supply chain verticalmente. Resta il fatto che mentre Jack Ma intende continuare a sfruttare il lavoro di collaboratori esterni l’azienda di Bezos continua ad annunciare nuove assunzioni, rivolte in parte proprio a completare quella disruption nel business delle spedizioni.