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Come PayPal sta cambiando il modo di gestire il denaro nel mondo

Come PayPal sta cambiando il modo di gestire il denaro nel mondo

Tutti conoscono PayPal, nessuno escluso. Se conosci qualcuno che non conosce PayPal è il caso di segnalarlo il più velocemente possibile alle autorità e sequestrargli tutto il contante. Il colosso statunitense nato con l’obiettivo di far scambiare denaro fra le persone è oggi il punto di riferimento per l’evoluzione dei pagamenti digitali nel mondo intero. Numerosi i cambiamenti che la compagnia tech sta portando anche all’interno dell’Italia, lavorando in particolar modo sullo sviluppo di pagamenti per la pubblica amministrazione e sui pagamenti mobile. Ne abbiamo parlato con Federico Zambelli Hosmer che da quest’anno ha assunto la carica di general manager di PayPal Italia.

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Qual è lo scenario attuale dell’industria dei pagamenti in Italia?
L’industria dei pagamenti è in una fase di accelerazione esponenziale in termini di innovazione e cambiamento. Molte industrie del Paese stanno subendo una trasformazione ma quella dei pagamenti è sicuramente a uno stadio più avanzato. I fattori che stanno determinando tutto ciò sono due e sono fattori trasversali: digitalizzazione e mobile. “Digitalizzazione” intesa come concetto di trasferimento da un’economia analogica a un’economia digitale; “mobile” inteso come fattore di accelerazione. Entrando nello specifico del mercato italiano il dato di partenza è ancora negativo: l’87% dei pagamenti complessivi in Italia sono basati sul contante, un numero che deve assolutamente diminuire per liberare risorse al Paese. Secondo i dati della Banca d’Italia, il contante costa lo 0,52% del PIL annuo italiano, digitalizzare i pagamenti significa liberare delle risorse importanti da reinvestire nell’economia del Paese.
Nonostante questa posizione di svantaggio, l’Italia ha il privilegio di possedere una struttura realizzata ad hoc dal Governo italiano che lavora proprio sull’innovazione digitale. Mi riferisco al Team per la Trasformazione Digitale che sta lavorando da qualche tempo all’attuazione dell’Agenda Digitale, uno strumento fondamentale per il futuro della nostra economia.
Agenda Digitale in cui PayPal è assolutamente protagonista. Come?

Di recente abbiamo presentato delle soluzioni legate al nodo PagoPa, il nodo dei pagamenti della pubblica amministrazione. Si tratta di un ambito fondamentale per l’evoluzione del settore in Italia, dal momento che circa il 50% dei pagamenti che avviene in contanti proviene proprio dal mondo della PA. Riuscire a digitalizzare questo tipo di pagamenti e migliorare la relazione tra pubblica amministrazione e cittadino potrà risolvere molti problemi all’interno del Sistema Paese. Un passaggio che potrà creare un effetto volano su tutti quei servizi che il cittadino usa quotidianamente.
Oltre ai servizi legati all’AgID come si posiziona PayPal all’interno dell’ecosistema dei pagamenti?
PayPal ha una mission che Ben Shulman ha tracciato 3 anni fa, nel momento in cui ha iniziato a guidare l’azienda: creare una piattaforma ampia e globale per democratizzare l’accesso al denaro. Significa rendere l’accesso al denaro facile, sicuro e veloce ma soprattutto a costi bassi. Questa è la mission di PayPal che ad oggi si declina nell’essere presente in più di 200 mercati con più di 100 valute e poter abilitare scambi tra differenti Paesi e differenti valute. La nostra piattaforma supporta più di 218 milioni di consumatori, di cui 8,2 milioni acquisiti solo nell’ultimo trimestre.
Il mondo però è troppo grande per camminare da soli, proprio per questo già con l’insediamento di Shulman sono iniziate una serie di collaborazioni volte a espandere la proposta di valore anche attraverso il supporto di partner a livello globale. Cito i nomi di Visa e Mastercard con cui diamo la possibilità di usare PayPal tramite i loro circuiti all’interno dei punti vendita. Molto importante anche la partnership con Skype, lanciata in 22 Paesi, Italia inclusa, che ha permesso di portare le capabilities di PayPal all’interno del servizio di messaggistica Skype che è stato in qualche modo il pioniere nei servizi di messaggistica P2P.

A proposito di Skype e di pagamenti P2P, qual è in Italia la situazione relativa a questo tipo di pagamenti?
La domanda mi piace perché mi permette di tornare alle origini di PayPal. L’azienda nasce infatti per scambiare denaro tra persone e paradossalmente è nata proprio come mobile company. I fondatori erano convinti che nel giro di poco tempo tutti avremmo avuto un palmare invece di un portafoglio. I palmari non hanno avuto però molta fortuna, il web ha iniziato a cambiare il mondo e tra i protagonisti di questo cambiamento c’era eBay che copriva l’ecommerce a livello globale. Sviluppandosi all’interno di eBay, PayPal ha quindi preso una direzione differente rispetto a quella iniziale diventando il mezzo di pagamento per eccellenza di internet. Le nostre radici sono però P2P e mobile.
Per quanto riguarda la situazione attuale, questo tipo di pagamenti sta crescendo in maniera molto forte, solo nel terzo trimestre i volumi relativi ai pagamenti P2P transati sulla nostra piattaforma sono cresciuti del 47% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, generando 24 miliardi di dollari. Di questi, 9,4 miliardi provengono da Venmo, l’applicazione di PayPal dedicata ai pagamenti P2P che oggi sta crescendo del 106%. Se parliamo di Italia il metodo di acquisto è molto utilizzato nella nostra piattaforma ed è di fatto un ulteriore fattore di accelerazione per quanto riguarda la digitalizzazione dei pagamenti.
È previsto un lancio di Venmo anche in Italia?
Al momento la priorità di Venmo è sul mercato statunitense. L’applicazione faceva parte di Braintree, società che abbiamo acquisito nel 2013, e la sua caratteristica più attraente è la possibilità di comunicare sui vari social le attività di scambio di denaro, caratteristica che permette di creare un forte engagement tra i consumatori, soprattutto fra i Millennials. Al momento stiamo trasformando Venmo da un’applicazione puramente P2P a una soluzione P2B per i pagamenti verso i merchant, e quindi avere il bottone Venmo invece del bottone PayPal.
Di recente è stato annunciato il lancio della PayPal Cashback Mastercard, carta elettronica che permette i pagamenti in-store. Come si spiega questa strategia dell’azienda in un’ottica in cui tutto nasce mobile?
Quando viene definita una strategia è importante capire le esigenze dei clienti ma soprattutto è fondamentale prevedere quali saranno i desideri di questi in futuro. Occorre vedere oltre la richiesta immediata e anticipare quei bisogni che i clienti non hanno ancora ben identificato ma che l’evoluzione digitale renderà presto qualcosa da avere a qualsiasi costo. La scelta di raggiungere il punto vendita è dovuta a vari fattori. Il digital shift in corso è sempre più ibrido, il canale fisico è sempre più contaminato da quello online e viceversa. Questo processo identifica uno scenario di omnicanalità e il commercio sta percorrendo questa strada. PayPal non vuole farsi trovare impreparata a questa trasformazione e per soddisfare al meglio i propri clienti sta proponendo delle soluzioni che possano supportare tutti i vari casi di uso sia online sia offline, offrendo la possibilità di gestire il pagamento sulla propria piattaforma in ogni contesto, sia direttamente che tramite partnership.
C’è qualche caso di successo in Italia in cui PayPal ha contribuito all’affermazione di questo sistema ibrido tra mondo online e mondo offline?
Cito un paio di casi. Il primo è il caso di Autogrill che ha lanciato la sua applicazione mobile per pagare all’interno del punto vendita. Il pagamento in questo caso è una componente dell’applicazione e dell’obiettivo di Autogrill: migliorare l’engagement dei clienti facendoli partecipare al programma fedeltà. PayPal abilita il pagamento fornendo ai merchant tutte le capabilities in termini di pagamenti, sicurezza, velocità e presenza globale.
Altro caso importante è quello di Q8. Grazie alla partnership con PayPal il cliente può fermarsi alla stazione di servizio e fare benzina usando uno smartphone e l’applicazione di Q8. Aprendo l’app il consumatore conferma l’importo da versare, riceve un codice che si annulla dopo 10 minuti, lo inserisce nella apposita tastiera del chiosco presente alla pompa di benzina e completa il suo rifornimento, in totale sicurezza e senza usare la carta elettronica.
Perché in Italia e più in generale in Europa e negli Stati Uniti il metodo di pagamento che prevede l’uso del QR code non ha avuto quel successo che invece sta avendo sul mercato asiatico?
Mi ricollego al discorso fatto precedentemente. Il mercato dei pagamenti è in forte cambiamento, un mercato che nel 2020 sarà sicuramente molto diverso da oggi. In questi anni un notevole numero di tecnologie innovative ha invaso il mercato scatenando la creatività dei vari operatori che hanno iniziato a usare queste tecnologie per risolvere problematiche di vario tipo. Molto spesso gli operatori sono stati però guidati dall’entusiasmo derivato dall’avvento della tecnologia in sé invece che focalizzarsi sul tipo di problematica da risolvere. Il QR code è un esempio ma ci sono anche altre tecnologie che hanno subito un iter simile. Penso che il QR code farà parte dei futuri casi di uso, l’importante è non focalizzarsi sulla tecnologia ma sulla user experience che questa comporta. Se nelle varie esperienze d’uso ha senso avere un QR code piuttosto che un’altra tecnologia questo lo determineranno gli operatori del business ma soprattutto i clienti. PayPal è una piattaforma agnostica e sosteniamo qualsiasi fattore innovativo e i nostri merchant sono le persone più adatte a capire e identificare quale sia il fattore migliore. Proprio per questo collaboriamo continuamente con loro per abilitare la loro strategia e il loro caso d’uso. Q8 ad esempio è basata su un codice ma Autogrill si basa proprio sull’uso di un QR code, così come l’applicazione che abbiamo sviluppato in partnership con ATM.
Su quali novità sta lavorando PayPal sia in Italia sia negli altri mercati in cui è presente?
Per quanto riguarda l’Italia, quest’anno abbiamo lanciato PayPal Carica, un’applicazione pensata ad hoc per il mercato del Paese. È una soluzione sviluppata in un mercato in cui circa l’80% del volume dei pagamenti proviene da ricariche, da prepagate. Stiamo poi continuando a lavorare con AgID per fortificare il ruolo di PayPal nel nodo PagoPA. Nel resto del mondo, al momento crediamo molto sulla soluzione di Venmo, anche se per ora riguarda solo il mercato statunitense. Inoltre, proprio in questi giorni PayPal ha annunciato a livello globale Money Box, un modo semplice per permettere agli utenti PayPal di raccogliere i soldi per una vacanza, un regalo di gruppo o per le spese periodiche come le bollette. Basta semplicemente creare un Money Box all’interno del proprio conto PayPal e condividere il link con amici e familiari che usano PayPal, offrendo così ai milioni di clienti che già utilizzano i pagamenti person-to-person di PayPal un modo più personalizzato e organizzato per gestire le spese condivise.