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Pagamenti digitali: la sfida di SIA ai grandi player internazionali

Pagamenti digitali: la sfida di SIA ai grandi player internazionali

L’arrivo dei giganti dell’Internet nel mondo dei pagamenti potrebbe mettere in seria discussione anche i player italiani più noti. Le ragioni sono legate alla differenza riguardo la capacità di investimento e la gestione dei costi. La sfida è quindi trovare l’operatore italiano in grado di giocare la partita sia in ambito europeo che internazionale capace di reggere il confronto su grandi temi di innovazione come gli instant payment, i pagamenti digitali, la PSD2 e la blockchain. SIA ambisce a essere quel player italiano, gruppo che ad oggi eroga servizi in 46 Paesi differenti, gestisce 55 miliardi di transazioni in Europa e registra quasi il 40% degli incassi europei proveniente da bonifici bancari. Abbiamo parlato dell’offerta e delle ultime novità dell’azienda insieme a Nicolò Romani, responsabile Innovation di SIA.

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Quali sono i fattori che stanno determinando la trasformazione del mondo finanziario e nello specifico quello dei pagamenti?
Il settore dei pagamenti sta evolvendo rapidamente in maniera strutturale e questa trasformazione è dovuta principalmente a tre fattori. Innanzitutto, il consolidamento degli attori a vantaggio di pochi ma rilevanti player internazionali. Inoltre, l’ingresso nel mercato dei giganti di Internet con forti relazioni con la propria clientela, una vastissima customer base e potenzialità ancora non pienamente espresse. Infine, la crescita degli investimenti da parte di fondi e banche a favore del FinTech con cifre che nell’ultimo triennio hanno superato i 10 miliardi l’anno.
Scendendo sul piano locale e parlando di Italia, quali sono le problematiche più urgenti da affrontare nel breve periodo?
L’Italia, come altri grandi Paesi europei, non è estranea a questo cambiamento e potrebbe essere travolta da un vero e proprio “tsunami”. I player domestici potrebbero, infatti, non reggere la competizione a livello internazionale che richiede una sempre maggiore capacità di investimento e comporta una continua riduzione dei prezzi. La sfida dell’Italia è di avere un player nazionale in grado di giocare la partita dei pagamenti in ambito europeo da leader anche nel campo dell’innovazione, che oggi si concentra soprattutto su instant payments, digital payments, PSD2 e blockchain.
Come si posizione SIA in questo quadro appena descritto?
SIA ambisce a essere il player italiano in grado di competere con i maggiori protagonisti internazionali. Il Gruppo eroga servizi in 46 Paesi e nel 2016 ha gestito 55 miliardi di transazioni elettroniche e il 40% dei pagamenti e degli incassi dell’Eurozona. Numeri che fanno di SIA uno degli attori più competitivi in Europa, anche grazie alla recente acquisizione dal Gruppo UniCredit delle attività di processing della monetica di circa 13,5 milioni di carte di pagamento, 206mila terminali POS e 12mila ATM in Italia, Germania e Austria.
Qual è il contributo di SIA in tema di instant payment?
EBA CLEARING ha lanciato la prima infrastruttura pan-europea di instant payment a cui hanno aderito circa 20 banche di nove Paesi, tra cui le italiane Intesa Sanpaolo, UniCredit e Banca Sella. L’infrastruttura, realizzata da SIA, consentirà ai clienti delle banche di effettuare bonifici istantanei in tutta Europa raggiungendo quell’immediatezza tipica del mondo “digital”. SIA ha, inoltre, sviluppato SIA EasyWay, la piattaforma che permette a banche e altri payment service provider di gestire con facilità i bonifici in tempo reale su tutte le principali infrastrutture: EBA CLEARING, Target Instant Payment Settlement (TIPS) che sarà operativa a partire da novembre 2018 e le altre ACH europee.
SIAParliamo ora di Jiffy, qual è il ruolo dell’applicazione nello sviluppo dei pagamenti mobile e qual è il valore aggiunto rispetto ai competitor?
Jiffy è un servizio nato per i pagamenti P2P a fine 2014. In Italia siamo riusciti a creare un ecosistema aggregando oltre 120 banche che rappresentano con una quota di mercato in termini di conti correnti pari all’80%. Rispetto ad altre soluzioni, Jiffy permette ai clienti delle banche di utilizzare il proprio conto corrente per inviare e ricevere denaro in tempo reale tra tutti gli aderenti. Basato su bonifico SEPA e conforme agli standard dell’European Retail Payment Board (ERPB), Jiffy è già predisposto per essere integrato con i servizi di instant payments disponibili da novembre 2017.
In ambito internazionale, la tendenza delle applicazioni che consentono pagamenti P2P è quella di evolversi in soluzioni P2B. Anche Jiffy si sta allineando a questa tendenza e poco tempo fa ha lanciato un servizio che consente agli utenti di pagare in-store attraverso il codice QR. Come è nata l’idea e da quale esigenza?
Il passaggio dai pagamenti P2P a quelli P2B è una tappa fondamentale perché aumenta notevolmente le possibilità di utilizzo. Oggi sono disponibili modalità differenti, tra cui il QR code che rappresenta una soluzione semplice e immediata, adatta soprattutto ai piccoli esercenti. Basta che il merchant inserisca l’importo di spesa sulla propria app e in tempo reale viene generato un QR Code che il cliente deve semplicemente scansionare con il proprio smartphone. Autorizzata la transazione attraverso l’impronta digitale o il PIN, l’esercente e il cliente riceveranno, in tempo reale, una notifica dell’esito dell’operazione e i fondi saranno accreditati immediatamente sul conto corrente del merchant.
In che modo SIA sta contribuendo alla digitalizzazione della pubblica amministrazione?
I pagamenti nella PA sono un tema fondamentale per l’evoluzione digitale di ogni Paese. I due grandi driver di crescita dell’epayment in Italia sono attualmente l’ecommerce, che cresce a due cifre, e il mobile banking. Grazie al lavoro portato avanti da Diego Piacentini con il suo Team per la Trasformazione Digitale anche la PA sta accelerando: nell’ultimo anno si è assistito ad un’importante crescita nei volumi e nella semplificazione dei pagamenti elettronici in ottica “one-click” e “mobile-first”. A tal proposito, a breve, il Comune di Milano sarà tra i primi a lanciare un servizio che permetterà di pagare i tributi via mobile sulla sua app. Anche le banche, in collaborazione con SIA, contribuiranno alla digitalizzazione della PA rendendo disponibile su PagoPA il servizio Jiffy per pagamenti verso la pubblica amministrazione.
Qual è il potenziale della tecnologia blockchain nel mondo finance?
Il bitcoin è oggetto di grande attenzione da parte dei media, nonostante i grandi rischi legati a questa valuta virtuale non vigilata. Il suo effetto dirompente, pari a 12 miliardi di dollari di capitalizzazione, ha generato due fenomeni: la nascita di numerose startup che si propongono di migliorare le funzionalità delle monete virtuali e l’interesse del mondo finanziario per la blockchain, la tecnologia sottostante i bitcoin. Al mondo esistono due grandi iniziative relative alle blockchain private, cioè tra imprese: la prima è guidata dal consorzio R3, che ha sviluppato la tecnologia Corda, a cui aderiscono oltre un centinaio tra le più grandi banche al mondo. La seconda è un progetto della Linux Foundation chiamato Hyperledger che è sostenuto da alcune delle principali società IT globali. Nel settore bancario, gli ambiti di applicazione attuali si focalizzano sui processi non automatizzati e non centralizzati come il B2B, il trade finance o alcune procedure interbancarie. In ambito corporate, le sperimentazioni più rilevanti riguardano la tracciabilità della catena produttiva e distributiva dei prodotti, mentre nella PA il campo di azione più interessante riguarda i registri e l’identità delle persone.
SIA
In questo contesto si inserisce SIAchain. Come funziona l’infrastruttura?
Una rete blockchain in ambito privato è di fatto un registro distribuito tra i partecipanti che si aggiorna automaticamente con il consenso di tutti. La sicurezza delle informazioni contenute nei registri dipende in maniera sostanziale dal numero dei registri stessi e dalla loro collocazione. Con queste premesse, la SIAchain rappresenta la modalità più veloce per il settore bancario di costituire la più grande architettura blockchain privata e distribuita d’Europa. SIA, infatti, può contare sulla rete SIAnet che attualmente collega 600 nodi in Europa e, grazie alle partnership con R3, può farli evolvere rapidamente in veri e propri “supernodi” blockchain a disposizione di banche, imprese e pubbliche amministrazioni del continente.
Chiudiamo con la PSD2, qual è la posizione di SIA a riguardo?
La PSD2 è l’occasione per le FinTech, i grandi attori digitali e le banche di offrire nuovi servizi sfruttando la possibilità di accedere ai diversi conti correnti dei propri clienti in modalità comunque controllata e sicura. La direttiva, che verrà recepita in Italia a gennaio 2018, porterà indubbiamente a un forte sviluppo del commercio digitale anche perché contemporaneamente, oltre alle carte, sarà possibile pagare con gli instant payments. A tal proposito, SIA ha sviluppato un’infrastruttura white-lebal per permettere ai nuovi Third Party Payment Service Providers finanziari e non, di approfittare di tutta la potenzialità di questa normativa. Questa grande trasformazione, infatti, richiede un’importante capacità di investimento e solo grandi provider di infrastrutture tecnologiche come SIA sono in grado di abilitare servizi innovativi con un rapido ed efficace time-to-market.