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GreatPixel: un nuovo approccio per incrementare l’efficacia della customer experience

GreatPixel: un nuovo approccio per incrementare l’efficacia della customer experience

“Con il lancio di GreatPixel abbiamo cambiato team e metodologia e i clienti hanno recepito questa trasformazione: diversi gruppi, provenienti dai più disparati settori – Gdo, Grocery, Beauty, Trasporti e anche le Telco – hanno immediatamente sposato la nostra nuova filosofia perché hanno capito che è in grado di massimizzare i risultati”. Quando lo scorso maggio PROcommerce ha lanciato il nuovo brand GreatPixel ha voluto rispondere a una precisa esigenza del mercato: creare esperienze digitali emozionali e coinvolgenti, che siano anche efficaci e misurabili nei risultati. La forte novità che caratterizza la neo società è l’approccio data + human driven, che mette insieme le caratteristiche vincenti delle due metodologie cercando però di superarne i limiti.
“Se prendiamo le due metodologie singolarmente – spiega sempre il Ceo di GreatPixel Giovanni Pola – emergono alcune criticità. Se ad esempio parliamo di un approccio totalmente data driven dobbiamo innanzitutto spiegare che ogni dato va sempre interpretato ed in questa veste è come se fosse un condannato a morte: se lo torturi ti dice qualsiasi cosa!. In altre parole, da solo il dato è in grado di descrivere una situazione, ma non può identificare un’opportunità creativa: ad esempio, può misurare se un bottone è più efficace di un colore o di un altro, ma non se sia meglio cambiarlo completamente, oppure può indicare quante persone si fermano su una pagina specifica all’interno di un processo di acquisto, ma non indica cosa fare per farle proseguire nel percorso”.
All’approccio data driven, solitamente si contrappone quello human driven, che mette il cliente al centro della progettazione. “Il persuasive design – spiega Pola – aggiunge all’indicazione del bisogno dell’utente anche il ‘trigger’, ossia l’elemento che lo spinge a prendere rapidamente una decisione. Un esempio tipico è quello dei grandi operatori turistici che aggiungendo elementi non prettamente legati al bisogno del cliente, si appoggiano su leve cognitive ottenendo una maggiore efficacia in termini di risultato. Il limite in questo caso è di tipo etico ed è quello del ‘Dark Pattern’, ossia di un percorso che in modo subdolo induce il cliente a prendere decisioni che altrimenti non avrebbe mai preso. Questo, nel lungo termine può avere un impatto negativo sulla reputazione di un’azienda recandole quindi un danno”.
Per ovviare alle problematiche che entrambi gli approcci rischiano di generare se usati singolarmente, GreatPixel ha sviluppato una metodologia proprietaria integrata: “La quale prevede una fase iniziale di conoscenza del cliente al fine di creare una visione strategica e univoca sui dati. Una volta costruito questo substrato possiamo attivare diversi filoni come l’ottimizzazione degli investimenti e della customer experience, la marketing automation e infine tornare a misurare i risultati del nostro lavoro. La nostra attenzione a mettere assieme creatività e dati ci ha anche spinto a introdurre un tool di intelligenza artificiale, una sorta di simulazione del comportamento dell’occhio del cliente, che ci consente di ottenere ulteriori dati da inserire all’interno dei progetti. In ogni caso l’approccio data + human driven è proprio quello di ricomporre tutti i pezzi ottimizzando il lavoro di aree che altrimenti non parlerebbero la stessa lingua. È uno sforzo che pochi fanno sul mercato, ma che permette di ottenere risultati importanti”.