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Fortnite: ovvero come guadagnare 3 miliardi con un free-to-play

Fortnite: ovvero come guadagnare 3 miliardi con un free-to-play

Se si è almeno un minimo appassionati al mondo dei videogiochi, c’è un gioco che sicuramente si è sentito nominare spesso e volentieri durante tutto il 2018: si tratta di Fortnite, un gioco freemium – disponibile sia per PC che per smartphone Android e iOS – sviluppato da Epic Games e People Can Fly, che si stima abbia 3 miliardi di profitto (ndr non di guadagno).

Una cifra enorme, sopratutto se la si paragona ad altri ambiti (ad esempio, questi sono più degli utili di American Express nel 2017), ma che giustifica la valutazione di 15 miliardi della sua casa madre Epic Games dello scorso autunno.

Ma partiamo dalle basi: cos’è Fortnite?

Fortnite è un gioco online disponibile nelle versioni Salva il mondo, Creativa e Battaglia Reale, ma è stata proprio l’introduzione di quest’ultima a farlo diventare famoso. Si tratta di una modalità in cui 99 giocatori vengono catapultati in un’isola deserta nella quale dovranno poi combattere fino a che non rimarrà un singolo giocatore, che sarà decretato vincitore

Un esempio di gameplay del gioco

Come abbiamo detto in precedenza, si tratta di un gioco free-to-play, ovvero che è possibile giocare in modo totalmente gratuito. Ma, allora, da dove viene l’enorme fatturato che produce?

Microtransazioni… ma macroguadagni

Come per tutti i videogiochi freemium, i guadagni non vengono dall’acquisto del gioco dalla parte dei consumatori, che viene invece fornito in modo totalmente gratuito. Gli introiti vengono generati, invece, da delle micro-transazioni, ovvero dei piccoli acquisti che vengono effettuati all’interno del gioco stesso.

Questa tecnica, in realtà, non è nuova al mondo dei videogiochi, in cui viene invece utilizzata da molti anni. La vera differenza tra questo gioco e gli altri, sta nel fatto che Fortnite è perfettamente giocabile anche senza pagare un centesimo. Un’enorme differenza rispetto stra-grande maggioranza dei casi, in cui chi non spende viene solitamente fortemente svantaggiato rispetto a chi fa acquisti, facendo infuriare i giocatori. In Fortnite, invece, questi acquisti sono intesi più come un vantaggio che un problema: insomma, si tratta di un sistema che viene percepito come win-to-win, rendendo tutti felici, giocatori compresi.

V-buck e cosa comprarci

Il gioco ha una sua moneta, chiamata V-buck: questi possono essere acquistati a fronte di una spesa che parte da 9,99 dollari a salire.

fortnite
Modalità di acquisto dei V-buck

I V-buck possono essere utilizzati per potenziare il proprio gameplay, dando ad esempio la possibilità di accedere ad ulteriori sfide in-game o ad altre opportunità di ricompensa, oltre alle tradizionali “uccidere tutti quelli che incontri” e “costruire strutture per impedire che il tuo personaggio venga ucciso da tutti quelli che incontri”. Senza dimenticarsi, poi, della personalizzazione dei propri personaggi (attraverso costumi e accessori), ma, soprattutto, alla possibilità di acquistare le emote, le famosissime danze della vittoria, tra le maggiori fautrici della fama di questo gioco (e che vantano molti ragazzi sul web che cercano di imitarle).

Esempi di personalizzazione dei personaggi

Ma durerà per sempre?

Proprio a causa delle emote, però, il gioco potrebbe avere dei grossi problemi legali: queste, infatti, sono spesso riprese da balli famosi di personaggi televisivi e dello spettacolo, che in molti casi hanno deciso di sporgere denuncia.

10 esempi di balli di Fortnite derivanti da personaggi reali

Nonostante a livello giuridico non dovrebbero esserci problemi per l’azienda di videogiochi, in quanto solo le coreografie possono essere registrate e coperte da copyright, a differenza dei balli individuali, si prospettano delle lunghe cause legali, che rischiano di prosciugarne i conti.

Infine, bisogna sempre anche considerare la volubilità di un mercato come quello dei videogiochi, i cui consumatori sono inclini a stancarsi facilmente, passando con velocità in massa a un nuovo prodotto.

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