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Cityscoot: lo scooter elettrico si espande in Italia

Cityscoot: lo scooter elettrico si espande in Italia

Ne abbiamo già parlato a fine dello scorso anno: con l’anno nuovo eCooltra, GoVolt, MiMoto e Ziz Zag – le quattro compagnie di scooter sharing già presenti del capoluogo lombardo – hanno un nuovo competitor. Si tratta di Cityscoot, la startup di scooter sharing a flusso libero ed emissioni zero nata in Francia nel 2016.

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Bertrand Fleurose, CEO di Cityscoot

Cityscoot, fondata nel 2014 dal CEO Bertrand Fleurose, conta oggi 220 dipendenti in Francia e 30 in Italia. Il servizio, lanciato a Parigi nel 2016, si è esteso anche a Nizza nel 2018, raggiungendo oltre 115.000 utenti. L’azienda possiede 4.500 scooter a livello globale e arriva a Milano con una flotta iniziale di 500 veicoli, destinata a raddoppiare nei prossimi mesi. Nel corso del 2019, l’azienda prevede un’espansione che porterà all’assunzione di circa 130 nuovi dipendenti nelle tre città in cui è attivo il servizio e, a metà 2019, sbarcherà anche a Roma, con 500 scooter e circa 50 nuovi dipendenti.

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Gianni Galluccio, General Manager di Cityscoot Italia

Per saperne di più abbiamo, quindi, fatto qualche domanda a Gianni Galluccio, General Manager di Cityscoot Italia.

Come è nato il servizio?

Cityscoot vede nel trasporto a “zero emissioni” e “zero rumore” il futuro della mobilità; per questo siamo orgogliosi di portare i nostri scooter a Milano, città da sempre all’avanguardia in questo settore. Con un’offerta interamente elettrica, dagli scooter ai veicoli per la manutenzione e la ricarica delle batterie, vogliamo diventare il servizio di sharing mobility sostenibile più amato dai cittadini. Un’apertura, quella italiana, che è stata molto veloce – basti pensare che io sono entrato a far parte del team lo scorso ottobre -: questo è stato possibile grazie al supporto di diverse figure che ci tengo a ringraziare, come Mohamed e Paolo, che sono stati i primi due ad entrare a far parte del progetto, oltre a tutto il team italiano, quello francese, ai motofalchi e alla crocerossa. Presto abbiamo intenzione di ampliare la ‘Zona Cityscoot’ per garantire migliore copertura e accessibilità a tutte le aree metropolitane e stiamo già lavorando per espandere il servizio anche ad altre città italiane.

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Come (e dove) si espanderà Cityscoot?

Ad ora siamo presenti a Milano con 500 motorini, che raddoppieranno di numero entro fine marzo. Inoltre, il progetto prevede anche l’apertura del servizio a Roma nel prossimo futuro, sempre con una flotta di 500 scooter. Abbiamo poi intenzione di espanderci ancora in futuro, sempre in Italia, ma non possiam svelare nulla per adesso. Dicima, però, che ci stiamo già lavorando e che stiamo effenduando una fase di studio nelle varie città per valutare se siano o meno adatte.

Dati alla mano, lo sharing di veicoli è molto più utilizzato a Milano anziché a Roma, nonostante quest’ultima sia molto più grande e con circa il doppio degli abitanti. Perché pensi che sia così?

A mio parere molto lo fa la propensione alla spesa e all’utilizzo di tecnologie. Milano è più internazionale come mentalità, mentre, a Roma, c’è forse un po’ più di diffidenza circa i pagamenti digitali e l’innovazione tecnologica in generale. Il capoluogo lombardo è un contesto più piccolo e internazionale, come dicevamo, quindi è anche più facile che idee in ambito tecnologico circolini più in fretta, nonsotante una città come Roma potrebbe, forse, avere più bisogno di un servizio del genere, a causa della sua conformazione.

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Ad oggi i vostri scooter sono composti da un solo modello, paragonabile ad un motorino di 50cc di cilindrata. C’è l’intenzione ampliare l’offerta?

Gli scooter che oggi utilizziamo sono dei Govecs S1.5: l’azienda che li produce, in realtà, ha anche un mezzo di “cilindrata” (ndr essendo elettrici non hanno cilindrata) più alta, paragonabile ad un 125cc. Si può anche pensare all’espansione verso modelli più potenti, ma dipenderà dalle richieste degli utenti. Qullo ce ci interessa è che a livello di sicurezza e utilità il mezzo che stiamo utilizzando ora è adeguato alle realtà urbane, con i suoi 46 km/h di massima velocità, perché ti permette di saltare le cose e fare manovre agilmente ma in totale sicurezza.

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Al momento le modalità per usufruire del servizio sono due: la prima è con il semplice pagamento per minuto (a 29 cent/min) o, alternativamente, usufruendo di uno sconto in seguito all’acquisto di un pacchetto da 22€ (che scende, così, a 22 cent/min). In futuro potrebbero apparire anche abbonamenti su base settimanale/mensile?

Pensiamo che questo pacchetto da 100 minuti sia già una sorta di mini abbonamento, quindi pensiamo che la possibilità di estendere o modificarlo già c’è. Bisogna solo capire se ci sia la necessità da parte dei clienti di utilizzare un servizio di questo tipo. Nel caso in cui ci fosse questa richiesta si potrebbe implementare senza problemi, sarebbe solo una questione IT.