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Amazon colpisce ancora: il colosso Sears è la sua ultima vittima

Amazon colpisce ancora: il colosso Sears è la sua ultima vittima

Amazon ha rivoluzionato non solo il modo di acquistare online, ma anche quello di proporre prodotti in modo semplice, accurato e personalizzato.

Suo il merito di aver sviluppato l’eCommerce in tutto il mondo, offrendo servizi globali e veloci. Ma forse oltre al merito, c’è anche qualche colpa.

Moltissime catene di distribuzione al dettaglio non hanno retto il colpo. Le stesse planimetrie della città si sono modificate per far posto a nuovi centri commerciali aggregati, mentre il retail è stato pian piano surclassato o comunque accostato dall’ecommerce.

Sears, dal successo al fallimento

La lista di negozi falliti che puntano il dito contro Amazon, diventa sempre più lunga. L’ultimo in ordine di tempo, che verrà sicuramente seguito da altri retail del settore, è Sears.

Per chi non lo conoscesse, si tratta di un vero e proprio colosso americano del commercio, attivo negli Usa da cento anni.

Un po’ come il nostro amatissimo Postalmarket, Sears proponeva un catalogo di prodotti che potevano essere ordinati e prontamente recapitati a domicilio. Sears proponeva di tutto: da oggetti per la casa, biancheria, abbigliamento, fai da te. Si era talmente ingrandito da proporre anche immobili di lusso.

Il successo, dalla nascita, è stato esponenziale e si credeva potesse durare ancora.

Nessuno, però aveva fatto i conti con leone dell’ecommerce, Amazon, con l’efficienza dei suoi servizi ha devastato il retail e i colossi del commercio tra cui Sears.

Eppure, l’azienda vantava 2200 negozi al dettaglio, ed oltre 350 dipendenti e una certezza nella case d’America.

Il primo scossone lo ha ricevuto con l’affermazione territoriale della prime grandi catene di distribuzione. Walmart in particolare, gli ha fatto un’agguerrita concorrenza.

Fino ad oggi però, Sears era stato in grado di resistere e competere con una certa capacità di adattamento che era piaciuta ai consumatori.

Poi l’avvento di Amazon e Alibaba ne hanno decretato la fine, portando Sears a dichiarare fallimento chiedendo l’accesso al Chapter 11, ossia al Tribunale White Plans, al fine di preservare quel poco rimasto, evitando bancarotta e creditori affamati, visto il buco stimato di 10 miliardi di dollari.

Il piano di recupero

La società non ha intenzione di chiudere definitivamente i battenti, ma l’intento è quello di riorganizzare una piattaforma più piccola. Secondo il piano d’emergenza, verranno chiusi circa 142 negozi affiliati (decretati come non redditizi).

Eddie Lambert, AD di Sears, lascerà il ruolo di Presidente nonostante i suoi sforzi economici in quanto da anni investe soldi di tasca propria per vedere un rilancio significativo di Sears.

In cosa consiste la strategia di mantenimento? La società vorrebbe acquistare marchi in salute e di sicuro prestigio come Kenmore mentre Craftsman è già stato ceduto. Tutto questo per cercare di dare n po’ di linfa vitale ad una situazione molto critica.

Lambert ha chiesto aiuto anche allo stato, che dovrebbe sostenere la strategia con 300 milioni di dollari di finanziamenti e altrettanti 300 milioni dovrebbero arrivare dalle tasche dei creditori.

Insomma, la situazione è tutt’altro che rosea, e il grattacielo di Chicago, un tempo il più alto del mondo, potrebbe presto rappresentare solo l’ennesima torre decadente.

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