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Economia: Starbucks apre in Italia, ecco cosa aspettarsi

Economia: Starbucks apre in Italia, ecco cosa aspettarsi

A due passi dal Duomo, il primo Starbucks in Italia apre al pubblico oggi 7 settembre in piazza Cordusio nel centro del capoluogo lombardo. Il negozio Starbucks più grande d’Europa con oltre 2400 metri quadrati “per dare onore all’artigianalità del caffè e dare omaggio alla cultura italiana” spiega Howard Schultz, amministratore delegato del gruppo Starbucks. La grande festa di inaugurazione si è tenuta ieri sera. Un’operazione studiata nei minimi dettagli, che porta anche la firma del bergamasco Antonio Percassi. I maxi schermi installati dagli operatori per l’inaugurazione hanno trasmesso “film” in tre capitoli: un racconto del rapporto tra Milano e Howard Schultz, l’imprenditore che ha trasformato la catena americana in un impero e che, narra la leggenda, proprio entrando in un bar della città trovò l’ispirazione.

Cultura che sarà omaggiata anche con la creazione di cinque nuovi caffè Starbucks, oltre al tradizionale – e immancabile – espresso. “L’impronta scelta per il locale milanese di Starbucks è quella della Roastery, torrefazione. Costruiremo una vera fabbrica del caffè e un centro di panificazione con l’alleato italiano Princi”. Starbucks si prepara a inaugurare la torrefazione di Milano, nell’ex palazzo delle Poste di piazza Cordusio. La torrefazione di Milano sarà il negozio di punta di una catena di livello superiore rispetto ai tradizionali caffè Starbucks: Reserve. La torrefazione di Milano sarà la prova del nove per il colosso del caffè, che nel mondo gestisce 28.209 negozi perché da sempre è stata considerata un’operazione delicata per via della diffusione dei bar in Italia: 121mila, secondo la Federazione italiana dei pubblici esercizi.

Non bastasse la profusione di marmi e mobili di design, basta scorrere il menù: espresso a 1,8 euro, cappuccino da 4,5 a 5,5 euro (a seconda delle dimensioni), una marocchino a 3,5 euro. Al cocktail bar, un drink arriva a costare fino a 20 euro. Al posto dei bicchieroni verdi ci sono tazze minimaliste, miscele dai nomi italiani e banconi dove ordinare, oltre al caffè, birra, aperitivi, long drink. All’esterno niente insegna con la sirena bicaudata, per non turbare la facciata in stile umbertino, ma una scritta più discreta e un patio separato da siepi verdi. All’interno il cuore del negozio è l’impianto di torrefazione. I silos vengono caricati a lotti di 40-60 chili, il caffè tostato in 15 minuti circa e poi spedito direttamente, attraverso una rete intricati di tubi a vista appesi al soffitto, al bancone del bar.

Entro la fine dell’anno arriveranno altri quattro negozi a Milano, di tipo più tradizionale”, conferma a Wired Martin Brok, presidente di Starbucks per Europa, Medio oriente e Africa (Emea). Se ne occuperà il gruppo Percassi, specializzato in immobili commerciali, che ha siglato un contratto di franchising con il colosso a stelle e strisce. “Ho voluto portare la nostra interpretazione del caffè nella città dove ho assaggiato la mia prima tazzina di espresso”, ha detto Schultz alla conferenza stampa di presentazione della roastery.

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