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Perché le criptovalute hanno lo stesso potere dei social network

Perché le criptovalute hanno lo stesso potere dei social network

Il fenomeno delle criptovalute sta assumendo i tratti tipici di quel periodo in cui tra il 2007 e il 2009 l’uso di Facebook ha iniziato ad avere dimensioni globali. Allora, aziende e startup avevano in mente solo una parola: social network. Oggi, la popolarità dei bitcoin – e dell’architettura che regola la moneta digitale, blockchain – sta dettando i principali trend tecnologici del momento e diverse società hanno iniziato a presentare le proprie soluzioni sul mercato. Si tratta ovviamente di raggiungere obiettivi diversi: con i social network le aziende puntano ad offrire un servizio al cliente che soddisfi la sua indefinita sete di conoscenza (molto spesso ridotta ai fatti degli altri); con le criptovalute l’obiettivo è invece fornire un metodo alternativo di pagamento. La variabile in comune resta però l’utente, il consumatore, il cliente, chi fa uso del social network o della criptovaluta di turno.
Ma veniamo alle novità. Nel giro di pochi giorni sono stati due i progetti presentati al mondo ed entrambi dalla comune origine asiatica. Il primo progetto è quello lanciato dall’azienda Rakuten che durante il Mobile World Congress 2018 di Barcellona ha svelato Rakuten Coin, una criptovaluta basata su blockchain; la seconda novità è stata invece annunciata da Kakao, la compagnia coreana rivale dei cinesi Tencent che poche ore fa ha comunicato la nascita di una divisione interna specializzata in blockchain.
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Gli obiettivi di Rakuten

Come anticipato, la nascita di Rakuten Coin è stata comunicata sul palco del WMC di Barcellona da Hiroshi Mikitani (nella foto sopra), CEO di Rakuten, che presentando la novità ha definito la moneta come una “valuta senza confini”. Le basi per la progettazione della criptovaluta sono state poste nel 2016 con l’acquisizione da parte del colosso giapponese dell’ecommerce di Bitnet, startup specializzata nella realizzazione di portafogli digitali per la raccolta di bitcoin.
Nello specifico, la realizzazione di Rakuten Coin è avvenuta sfruttando la tecnologia blockchain e il programma fedeltà della compagnia, “Rakuten Super Points”. L’obiettivo è duplice: da un lato implementare una nuova strategia di fidelizzazione globale in modo da rilanciare un programma fedeltà che in linea con una tendenza generale di mercato sta vivendo momenti difficili; dall’altro, aiutare i consumatori ad acquistare più facilmente prodotti e servizi sui diversi segmenti del mercato in cui Rakuten è presente, tagliando i costi sul cambio valuta.

L’importante è che se ne parli

I piani della compagnia coreana non sono invece così espliciti. Quella che un tempo era nota solo per la sua applicazione di messaggistica istantanea (Kakao Talk) oggi è un’azienda che opera all’interno di un vasto range di settori che include pagamenti, ride-sharing e gaming. Giusto per dare qualche numero, Kakao Mobility ha raggruppato nello scorso anno 400 milioni di dollari di investimenti mentre Kakao Games ne ha ricevuti 130 solo lo scorso mese.

L’idea di investire su una propria divisione blockchain è dunque parte di un piano più ampio, in cui l’azienda punta a diversificare il più possibile i suoi rami di business. A capo della nuova divisione di Kakao dovrebbe salire Han Jaesun, già CTO della startup di videogiochi FuturePlay. Quale sarà il ruolo della divisione resta ancora un mistero anche se, come riportato da Reuters, si vocifera che tra i possibili obiettivi ci sia la possibilità di integrare una piattaforma che permetta alle società di raccogliere fondi tramite ICO.
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E il mercato dell’energia?

In questo quadro appena descritto, secondo dati presentati recentemente da GTM Research, entro il terzo trimestre dell’anno saranno versati ben 300 milioni di dollari per la realizzazione di applicazioni che permetteranno alle persone di comprare e vendere energia tramite criptovalute. Secondo l’indagine, metà dell’importo è stato già versato a gennaio e sono 122 le compagnie tecnologiche che sono attualmente a lavoro nello sviluppo di prodotti o servizi a favore del mercato dell’energia.
Le compagnie in questione sono convinte che l’uso di bitcoin e altre criptovalute sarà in futuro sempre più diffuso e proprio per questo sono a lavoro sulla creazione di sistemi capaci di sfruttare i vantaggi della blockchain e permettano scambi fra diverse valute digitali. Qualche esempio? Strumenti per effettuare transazioni P2P per l’acquisto di energia; spazi dove commercializzare energie rinnovabili o vendere energia all’ingrosso, una sorta di marketplace dell’energia.