Vai al contenuto

Shopping online: più acquisti più risparmi, cresce in Italia il fenomeno del cashback

Shopping online: più acquisti più risparmi, cresce in Italia il fenomeno del cashback

Al di là di tutte le parole e le discussioni che ogni giorno vengono proposte sulle innovazioni sviluppate nel mondo retail grazie al contributo del digitale, come testimonia il recente caso del nuovo store Diesel aperto a Milano, l’obiettivo principale per il punto vendita rimane sempre lo stesso: aumentare le vendite per aumentare il fatturato dell’attività. Complice la confluenza di alcuni fattori storici, così come la volontà da parte dei consumatori di spendere meno in alcuni settori di commercio, molti merchant hanno iniziato a proporre delle finestre di risparmio anche al di fuori delle tradizionali stagioni di saldi, introducendo tutta una serie di soluzioni come le promozioni giornaliere, i coupon, e altri tipi di sconti per aiutare il cliente a risparmiare e allo stesso tempo fidelizzarlo nel rapporto con lo store stesso, in modo da convincerlo a tornare e acquistare anche al di fuori delle parentesi promozionali.
Col diffondersi  dello shopping online tutte queste iniziative sono state riproposte anche all’interno delle varie piattaforme di commercio digitale, dove allo stesso tempo è stato possibile anche sperimentare nuove soluzioni da proporre ai consumatori. Uno degli esperimenti che da qualche anno sta ottenendo importanti risultati è quello del “cashback”, fenomeno che dopo essersi diffuso in USA e Regno Unito oggi sta prendendo piede anche in Italia.

Come funziona il meccanismo del cashback

In breve, il cashback è quel sistema che permette all’acquirente di ricevere indietro una quota di quanto speso online, e quindi guadagnare sugli acquisti compiuti. Il funzionamento è molto semplice: il sito di cashback, attraverso il quale l’utente passa per fare shopping online, guadagna una percentuale sugli acquisti effettuati dall’utente presso uno dei negozi convenzionati e riversa una parte di questo suo guadagno all’utente stesso. I portali di cashback, infatti, stringono accordi commerciali con vari siti ecommerce dai quali ottengono una commissione per ogni acquisto eseguito con la loro intermediazione. La somma ottenuta viene divisa con l’utente che effettivamente ha sostenuto la spesa e al quale viene restituita una percentuale prestabilita. Nello specifico, questo modello prevede una restituzione reale, in denaro, tramite assegno, bonifico o accredito su conto PayPal, a fronte del raggiungimento di una soglia minima di “accumulo”, che solitamente si aggira intorno ai 50 euro e come nel caso delle promozioni in-store ha lo scopo di fidelizzare il cliente. Il consumatore viene infatti invogliato a comprare attraverso la piattaforma almeno fino a quando non raggiunge la quota necessaria per riscattare il pagamento. Nella migliore delle ipotesi questo sarà soddisfatto del servizio e sarà dunque felice di poterlo riutilizzare.

I numeri in Italia e in Europa

In Italia, la prima realtà a importare il cashback nel lontano 2008 è stata quella di Bestshopping.com, offrendo fin da subito price comparison e cashback. Oggi, Bestshopping.com conta più di 200 mila iscritti e oltre 1000 commercianti affiliati, tra cui Amazon in via esclusiva. Le categorie che vanno per la maggiore tra coloro che acquistano con il cashback sono hi-tech ed elettrodomestici (33,4%), viaggi (23%), seguiti da acquisti più variegati nei negozi generalisti come Amazon o eBay (19,4%) e abbigliamento (8,3%). Dal 2008 a oggi il sistema del cashback si è diffuso in Italia fino a raggiungere i 500 mila utenti, il 2,4% degli e-shopper, 20 milioni di prodotti venduti e 1000 negozi partner. Numeri che sono ancora molto bassi rispetto ad altri mercati europei, in Inghilterra ad esempio la piattaforma Quidco conta più di 5 milioni di utenti, 5000 commercianti, e una media di 90 mila iscrizioni al mese, in Francia il 19% dei consumatori è iscritto a un programma di cashback, l’11 in Spagna, mentre il Italia solo il 9%.


cashback

Un mercato da sfruttare

Si tratta quindi di un mercato ancora tutto da scoprire: dei 21 milioni di utenti italiani che comprano online, tolto quel 2,4% che utilizza piattaforme cashback, il 28% si affida a siti di comparazione e coupon e la maggioranza (63%) acquista direttamente dal negozio di interesse senza provare a cercare forme di risparmio. Questo ritardo rappresenta per gli operatori del settore una grande opportunità dal momento che il comportamento degli e-shopper italiani è del tutto compatibile con le dinamiche degli altri paesi. Come altrove, infatti, più di un quarto dei consumatori italiani (il 25,8% in Spagna e il 24% in Francia) viene spinto agli acquisti su siti di ecommerce dalle varie formule di possibile risparmio, secondo una ricerca condotta da Bestshopping.com.
Lo sviluppo del settore cashback segue in realtà anche la crescita in atto nell’intera industria dell’ecommerce e secondo gli ultimi dati di Netcomm nel 2017 il commercio elettronico italiano potrebbe arrivare a valere 23.4 miliardi di euro. Le attività di cashback sono un’ottima opportunità in tale contesto perché permettono di raggiungere la soddisfazione di tutte le parti coinvolte: il commerciante vende i propri prodotti, l’utente finale è gratificato con la restituzione di una parte dei soldi e il sito di cashback, rinunciando a una porzione delle proprie provvigioni, ottiene un accrescimento rapidissimo ed esponenziale sia del numero di registrazioni sia della quantità delle transazioni che vanno a buon fine.